Auto a guida autonoma: le five classi
23 febbraio 2017
L’auto a guida autonoma è un tema più che mai attuale, e visto da molti come uno dei più prossimi traguardi dell’evoluzione tecnologica applicata agli autoveicoli.
Spesso tuttavia, assistiamo a una generale confusione sul concetto di auto a guida autonoma, e su quali siano le caratteristiche e le capacità di questi sistemi. Ciò che molti ignorano è che la normativa è invece molto chiara, suddividendo i veicoli in cinque classi: dal più basso al più alto livello di intervento degli automatismi sulla guida.
La SAE (Society of Automotive Engineers), di classi ne ha stabilite 6, ma il nostro interesse riguarda quelle dalla one alla Five, visto che la prima, la classe 0, definisce sostanzialmente le automobili la cui guida è totalmente affidata al pilota e non coadiuvata da sistemi elettronici.
Per Guida Assistita si intendono tutti i sistemi che lasciano al guidatore il completo controllo, ma che eseguono analisi sulla situazione o, in casi limite, assistenza. Parliamo di tutte le auto auto dotate di park assist, di rilevamento della corsia, ma anche Six pack e addirittura cruise control. Questa categoria comprende quindi una grossa fetta del parco auto circolante e, probabilmente, anche un’automobile che abbiamo in garage.
Livello two – automazione parziale
Le automobili di livello two le stiamo cominciando a conoscere grazie alle pubblicità: sono auto in grado di intervenire autonomamente, solitamente su frenata e accelerazione, in determinate situazioni o nel caso in cui sia rilevato un pericolo. Ne sono un esempio le automobili in grado di evitare una collisione grazie a sistemi di frenata di emergenza, quelle capaci di mantenersi all’interno di una corsia rilevando i limiti della carreggiata o quelle che possono regolare accelerazioni e frenate per mantenere la velocità media impostata, seguendo dinamicamente la densità del traffico. Direzione e controllo del traffico restano comunque sempre escluse e sotto diretta responsabilità dell’autista.
Livello three – automazione condizionale
È questo il primo livello di una vera automazione: in queste auto i sistemi sono in grado di sostituire pienamente l’autista nel controllo del veicolo per eseguire determinate manovre. Tuttavia il pilota deve restare sempre vigile e pronto in ogni istante a subentrare nel controllo dell’automobile in caso di pericolo. Questi sistemi possono però prendere il controllo dell’auto solo in determinate situazioni, ad esempio in autostrada o appunto in fase di parcheggio, ma certamente non in mezzo del traffico cittadino.
Con Alta Automazione si intende un’automobile capace per l’intero tragitto, in città come in autostrada, di monitorare e “comprendere” l’ambiente circostante grazie a sensori di vario tipo tra cui telecamere e sistemi Lidar e a un computer di bordo in grado di elaborare dati ricavandone istruzioni di guida dettagliate. Il pilota resta comunque in ogni istante in grado di riprendere il controllo dell’auto ma quest’ultima può controllare tutti i parametri principali come accelerazione, frenata e direzione, anche nel caso in cui un’autista non risponda appropriatamente a una richiesta di intervento.
È questo è il Santo Graal dei produttori di auto, il traguardo a cui tutti tendono, ma che per il momento è ancora assai lontano. Parliamo infatti di un’automobile in grado di selezionare da sola il percorso migliore a seconda delle istruzioni impartite dal proprietario, ma soprattutto capace di regolare automaticamente velocità, frenata e direzioni in qualsiasi condizione di strada e di traffico, non richiedendo mai, in alcun caso, alcun tipo di intervento diretto da parte di un essere umano.